ISSN 2974-508
Atlante della Letteratura del Veneto Medievale - Scheda manoscritto
SegnaturaOxford BL Douce 269
Sigla in uso nella disciplinaS (prov.)
DatazioneXIII sec. ultimo quarto - XIV sec. primo quarto.
LocalizzazionePanveneto.
«Il codice è stato probabilmente confezionato in Italia settentrionale, e più precisamente nel Veneto» (Borghi Cedrini 2004: 28).
Numero di fogli126.
Il primo foglio è lacerato, il secondo danneggiato e restaurato sul bordo esterno.
NumerazioneBorghi Cedrini 2004: 32: «I fogli pergamenacei sono stati paginati da un'unica mano apparentemente post-medievale, mediante numeri romani (seguiti da un puntino) apposti di regola a penna nell'angolo superiore esterno del recto e del verso». La numerazione degli annessi cartacei è sicuramente successiva al 1817.
Fascicolazione1-158, 166.
Al corpo pergamenaceo si dovranno aggiungere due bifolii iniziali e tre bifolii finiali, che contengono scritti di proprietari o di lettori moderni: di grande interesse la redazione di Ja nus hons pris ne diroit sa raison di Riccardo Cuor di Leone, di cui rimane un frammento al f. 1.
Réclames nel margine basso dell'ultimo verso di ciascun fascicolo.
Da mano seriore, al centro del margine superiore del recto iniziale, mediante ordinali latini (da primus a sextus decimus): cfr. almeno la scrittura aberrante di secundns.
Dimensioni202-205 x 114-118 mm. Una rifilatura moderna, probabilmente effettuata quando già erano presenti all'interno del codice gli elementi cartacei, di andamento assai irregolare, impedisce di fatto una valutazione più precisa delle dimensioni del codice.
Tecnica di rigaturaA secco.
Copisti1. Si nota però l'intervento di altre mani, già previste (vedi gli spazi lasciati volutamente bianchi), oppure no (si tratta in questo caso di glosse marginali e interlineari, nonché di correzioni): vedi Borghi Cedrini 2004: 38-39.
ScritturaGotica italiana.
Databile fra le fine del XIII sec. e l'inizio del XIV, «di piccole dimensioni e di tratteggio molto uniforme e posato» (Borghi Cedrini 2004: 38).
InizialiFigurate, filigranate; 3 moduli di grandezza.
Le iniziali maiuscole di ciascun componimento sono di altezza variabile, «arricchite da merlettature e da filetti di colore rosso che si prolungano per buona parte della pagina, e talora sono conclusi da elementi figurativi (teste di animali, mani, foglie, ecc.)» (Borghi Cedrini 2004: 39-40). Le iniziali di strofe, alternativamente di colore rosso e blu, sono di dimensione più ridotta (2 moduli circa). In alcune pagine sono ancora leggibili, sul margine esterno, lettere-guida per le iniziali di componimento e di strofe.
RubricheLe rubriche sono vergate negli spazi bianchi fra un componimento e l'altro: specie nelle sezioni più corpose, frequente è l'omissione della seconda parte del nome del trovatore (con cognome o, anche, patrionimico).. Risultano ancora leggibili, sul margine esterno, alcune rubriche-guida.
LegaturaIn cuoio marroncino, risalente al XVIII secolo (eseguita in area francese).
Mise en texteI versi sono trascritti uno sotto all'altro: è presente altresì il punto metrico. L'incolonnamento dei versi, nel panorama dei canzonieri trobadorici, è caratteristica peculiare del manoscritto, comune anche al canzoniere Q (Firenze, Biblioteca Riccardiana, 2909).
Lingua dei testiOccitano.
Forma dei testiVersi.
GlosseNon tutte le glosse sono della stessa mano e alcune si possono, di fatto, ricondurre allo stesso copista: concorde è la critica nel ravvisarvi, anche per ragioni linguistiche, mani italiane. Borghi Cedrini 2004: 48: «le glosse non si limitano tutte alla traduzione di qualche parola o verso, ma alcune offrono chiarimenti di tipo grammaticale, e una perfino l'indicazione degli antecedenti d'un passo di [Folquet de Marselha]: costituendo nel loro complesso il risultato di un impegno critico non trascurabile se escplicato, come parrebbe, ancora entro il XIV secolo o nel primo XV». Probabilmente risalgono al momento di confezione del codice alche abbreviazioni sul margine esterno, .no., no., n. (per nota), volte a evidenziare passi degni di interesse (nella fattispecie, proverbi, sentenze e paragoni). L'usus è paragonabile a un altro canzoniere esemplato in Italia, P (ma, per quest'ultimo, sarà da escludersi l'abbreviazione n.).
DescrizioneIl canzoniere debutta con Ja nus hons pris ne diroit sa raison di Riccardo Cuor di Leone, esattamente come za.
Indice dei testi
Fenomeni linguistici
Fonologia
  • Consonanti: dileguo di -D- intervocalico (o tra vocale e [r]).
Grafia
  • z per affricata palatale sonora
Commento linguisticoPer Folena 1990: 17-18, la forma chae < CADIT è una «marca veneta», così come il diffuso grafema z (per affricata palatale) e il dittongo ao per au, che si ritrovano, fra l'altro, anche nell'Entrée d'Espagne. Quanto al dittonto ao, «si ricordi che l'area veneta che conservava AU latino come ao comprendeva nel Duecento anche Padova e che il fenomeno è presente nell'Omelia padovana del primo Duecento e in alcuni testi del Saibante-Hamilton» (Folena 1990: 17).
StoriaIpotesi che «suscita parecchie perplessità» (Borghi Cedrini 2004: 55) è l'identificazione del canzoniere con tale Libro uno chiamado re Riçardo, in francexe, cum aleve grande coverte chore roso, in membrana, così registrato in un inventario della biblioteca posseduta dagli Estensi (l'inventario è redatto a Ferrara nel 1436). Infatti «nel XIV e XV secolo in Italia settentrionale dovevano circolare altri tipi di raccolte manoscritte che iniziavano con un componimento di [Riccardo Cuor di Leone] e che si prestano, forse ancor meglio di S, a [tale] definizione» (Borghi Cedrini 2004: 57).
BibliografiaEdizioni: Shepard 1927.
Studi: Borghi Cedrini 2004.
Responsabile schedaLuca Gatti (creazione 4-2-2020; modifica 14-7-2022)