ISSN 2974-508
Atlante della Letteratura del Veneto Medievale - Scheda manoscritto
SegnaturaGrenoble BM 861 (263)
Sigla in uso nella disciplinaG
Datazione1298.
È lo stesso scriba, Johannes de Stennis, a fornici preziose informazioni in merito alla datazione, giacché nel colophon dichiara di aver terminato il suo lavoro domenica 22 giugno 1298, all'epoca del podestà Ongaro degli Oddi.
LocalizzazioneArea padovana.
Come per la datazione, anche per la localizzazione è lo stesso scriba Johannes de Stennis a informarci di aver completato il lavoro nelle carceri padovane.
MateriaMembranaceo.
Numero di fogli132.
Fascicolazione1-168, 4 ff.
Il codice è formato da 16 quaderni e 4 fogli.
Dimensioni340 x 285 mm.
Copisti1. Nobile Johannes de Stennis rinchiuso nelle carceri, copista frettoloso e poco accurato (Ricci 2004, p. 901).
ScritturaLittera textualis.
InizialiFigurate, filigranate, spazi riservati; 0 modulo di grandezza.
L'apparato decorativo del codice, costituito da capilettera abitati, clipei istoriati e iniziali di modulo più piccolo semplicemente decorate con svolazzi e filigrane, rinvia per Cipollaro 2017:25 ad ambito veneto orientale, padovano o veneziano. Segnala Jung 1996:491-494 che il testimone avrebbe dovuto essere ornato da 29 letterine istoriate di cui solo le prime 18 furono portate a termine; segue un medaglione al f. 51d, una lettera non ultimata al f. 65a e spazi riservati lasciati in bianco.
LegaturaCartonata.
SottoscrizioniSottoscrizione finale del copista, Johannes de Stennis.
Mise en texteIl testo è in prosa, diviso in due colonne di 41 ll.
Lingua dei testiAntico francese.
Forma dei testiProsa.
DescrizioneIl codice contiene una versione in prosa del Roman de Troie afferente alla cosiddetta famiglia Prose 2.
Indice dei testi
Commento linguisticoCelebre la definizione di Jung 1996:485 che parla della lingua dei codici appartenenti alla famiglia Prose 2 del Roman de Troie come «truffée d'italianismes»; il copista del testimone in questione, Johannes de Stennis, si contraddistingue però per il suo lambdacismo che lo porta a scrivere ad esempio Blesida o Bleseida per Briseida, blisé per brisé, blisie per brisie con conseguenti fenomeni di rotacismo per ipercorrezione. Agli italianismi dello scriba padovano, riferibili per l'appunto alla zona settentrionale di fine Duecento, si aggiungono le annotazioni in volgare veneto per il miniatore (cfr. Cipollaro 2017:25 e n. 29).
TradizioneIl manoscritto appartiene, insieme a Oxford BL Douce 196 e Paris BNF n.a.fr. 9603, alla cosiddetta famiglia Prose 2, localizzata nel nord Italia. In particolar modo, il testo del codice padovano è vicino a quello del testimone parigino dello stesso gruppo, ascritto a suo tempo ad atelier napoletano ed oggi ritenuto piuttosto d'ambiente pisano-genovese, anche se considerato opera di uno scriba più frettoloso e meno accurato (Ricci 2004 p. 910).
Aspetti storico-culturaliCome si evince dal colophon, Johannes de Stennis ultimò la copiatura del testo domenica 22 giugno 1298 nelle carceri padovane, “existendo Ungarus de Hodis de Perusio” (semplice contestualizzazione storico-politica e non dedica, come segnala generalmente l’esigua critica in materia), all'epoca podestà della città. Lo scriba è un personaggio ancora poco noto della famiglia al contrario ben conosciuta degli Steni, altolocata parentela della Padova comunale tra i cui rami – si noterà – si rincorrono nomi epico-romanzeschi quali “Lanzarotto”, “Oliviero”, “Baligante”, “Chiarello” e “Marsilio” e dunque non certo aliena ad interessi letterari.
Copista/notaioJohannes de Stennis
Link esterni
BibliografiaStudi: Carlesso 1966, Catalogue général 1889: p. 257, Chesney 1942, Cipollaro 2017, Jung 1996: 490-494.
Responsabile schedaRachele Fassanelli (creazione 4-10-2019; modifica 5-5-2022)