ISSN 2974-508
Atlante della Letteratura del Veneto Medievale - Scheda manoscritto
SegnaturaParis BnF fr. 1592
Sigla in uso nella disciplinaB (prov.)
DatazioneXIII sec. ultimo quarto - XIV sec. primo quarto.
Collocato da diversi studiosi (per cui cfr. Romualdi 2006: 25) genericamente nel sec. XIII, non oltrepassa l'inizio del XIV. Di diversa opinione Zufferey 1987: 63 che retrocede la datazione alla seconda metà del Duecento.
LocalizzazionePanveneto.
Il luogo di compilazione del canzoniere desta ancora incertezze: si propende per considerarlo composto in Italia settentrionale da un copista provenzale o quanto meno buon conoscitore della lingua occitanica. Di parere differente Zufferey 1987: 3 che individua per il copista una patina alverniate e rinvia alla Francia meridionale anche come generale provenienza del manoscritto.
MateriaMembranaceo.
Numero di fogli124.
I 124 fogli del canzoniere, di cui l'ultimo è completamente bianco, sono racchiusi tra quattro fogli di guardia.
NumerazioneNumerazione araba, forse d'età umanistica, posta nel margine superiore esterno di ogni recto, incluso il f. 124 bianco. Esiste poi una numerazione di rimando tra Tavola incipitaria e fascicoli: a sinistra dell'incipit del primo testo di ogni fascicolo compare nella Tavola una cifra romana minuscola in rosso che rinvia al relativo fascicolo del codice.
Fascicolazione14, 2-1112.
Stando alla Tavola degli incipit manca un ultimo fascicolo contenente 21 tenzoni, mai copiato o, più presumibilmente, andato perduto.
Sono presenti richiami nei fascicoli 2-9 (ovvero i primi otto fascicoli di testi) nel margine inferiore del verso dell'ultimo foglio, in un campo appositamente rigato.
La numerazione dei fascicoli, in cifre romane minuscole a inchiostro rosso, collocata al centro del margine superiore del recto di ogni foglio (nello spazio dell'intercolumnio), riguarda solo i fascicoli 2-11 contenenti i testi (cioè da f. 5, Tavola esclusa dunque).
Dimensioni257 x 192 mm.
Mise en page18-20 [160] 77-78 x 20 [57-59 (13) 57-59] 42-44, rr. 29 / ll. 29
numero colonne: 2
margine superiore: 18-20 mm
altezza specchio di scrittura: 160 mm
margine inferiore: 77-78 mm
margine interno: 20 mm
larghezza specchio di scrittura: 127 mm [colonna: 57-59 mm; intercolumnio: 13 mm; colonna: 57-59 mm]
margine esterno: 42-44 mm
numero righi: 29; numero linee: 29
Tecnica di rigaturaA secco.
Copisti1. Di probabile provenienza provenzale.
ScritturaLittera textualis.
Scrittura omogenea ed accurata, caratteri chiari.
InizialiFiligranate, spazi riservati; 4 moduli di grandezza.
Per le liriche poste in apertura di ciascuna sezione autoriale erano previste lettere capitali miniate, presumibilmente coi ritratti dei trovatori, che non furono mai eseguite. Rimangono dunque 31 spazi bianchi equivalenti a 8 righi (ad eccezione di 5 casi più piccoli), a cui si affiancano altri 8 spazi bianchi di modulo minore (3-4 rr.) e di forma quasi quadrata che dovevano contenere l'iniziale grande decorata di altrettanti componimenti. L'ornamentazione si riduce così da un lato alle iniziali delle vidas e di tutti i testi, eccettuato il primo, delle unità d'autore (equivalenti a 2 rr.), cui si aggiunge un tocco di rosso dato alla seconda lettera di ogni incipit. Dall'altro, a quello delle iniziali di ogni strofa (più piccole, 1 r.). Per entrambi i gruppi la decorazione è semplice ed essenziale, alterna l'utilizzo del colore rosso e del colore blu e presenta filetti e bordature che nel primo caso (capolettera di componimento e di vidas, questi ultimi appena più ricchi) si amplia ad affiancare e ornare parte della colonna di scrittura.
RubrichePresenza di rubriche attributive. Per il primo testo di ogni autore ricopre la funzione di rubrica attributiva la vida che lo precede (ad eccezione di 4 casi in cui si ripete il nome del trovatore, mentre per due è presente la sola rubrica). L'indicazione del nome del trovatore nella Tavola ha la prima lettera blu filettata e bordata e il resto del nome in colore rosso; nei singoli componimenti all'interno dell'unità autoriale il nome è in rosso preceduto, ma non sempre, da un decoro blu iniziale.
LegaturaL'attuale legatura, in pelle marrone con la scritta "Chansons des poetes provençaux" sulla costa sotto lo stemma napoleonico, è del 1972.
Mise en texteI versi sono trascritti di seguito, separati da punto metrico, andando a capo per ogni strofa.
DescrizioneCanzoniere trobadorico composto di Tavola incipitaria e 205 testi divisi, salvo infrazioni (per cui cfr. Romualdi 2006: 30-31), in generi: 187 canzoni (ff. 5r-112v), 18 sirventesi (113r-123v), accompagnati da un totale di 37 vidas. La Tavola, dopo la sezione delle canzoni e quella dei sirventesi ne presenta una terza, con registrati 21 incipit di tenzoni che dovevano essere contenute in un ultimo fascicolo non pervenuto; non registra invece le vidas. 
La gestione dello spazio cambia negli ultimi due fascicoli quasi ad indicare una nuova volontà di economia, mentre in precedenza gli spazi bianchi più o meno ampi tra la fine di una sezione d'autore e la successiva fanno pensare ad un progetto di canzoniere fortemente marcato in senso autoriale (cfr., anche per diverse opinioni, Romualdi 2006: 37).
Indice dei testi
TradizioneAncora si discute sul grado di parentela con A considerate, da un lato, le vistose somiglianze a livello di organizzazione materiale e, dall'altro, le peculiari divergenze in merito all'ordine degli autori e, soprattutto, a sette testi nonché numerose strofe e tornadas traditi da B ed assenti in A. L'ipotesi più economica vede per i due codici una fonte comune di cui A avrebbe mantenuto l'ordine a differenza del copista del più piccolo canzoniere B che avrebbe selezionato degli autori salvo poi compiere quattro «successive riprese di copia» per completare lo spazio a disposizione (cfr. Lachin 1995: 280 e Romualdi 2006: 52). B sembra dunque una selezione antologica «destinata a un committente le cui esigenze non erano limitate ai testi [...] bensì desideroso di un campione rappresentativo di componimenti, corredati inoltre di commento biografico ed iconografico» (Lachin 1995: 279): gemello 'minore' di A ma allo stesso tempo con integrazioni dovute ad una fonte secondaria complementare .
StoriaLe poche informazioni precedenti al XVII secolo sono fornite dal codice stesso: una scritta probabilmente quattrocentesca a marcare la fine dei componimenti e un'iscrizione successiva ormai poco leggibile per cancellatura che rinvia ad un possessore, forse «"Pierre Daniel (1530? - 1603)", avvocato a Orléans e Parigi» (Romualdi 2006: 41). Custodito nella biblioteca di Mazarino, B passa poi nel 1668 alla Biblioteca del Re. Appartengono invece ad una mano più moderna alcune sottolineature e, in qualche caso, le relative annotazioni marginali scritte in francese con l'identificazione dei personaggi evidenziati nei testi.
Link esterni
BibliografiaStudi: Lachin 1995, Romualdi 2006, Zufferey 1987.
Responsabile schedaRachele Fassanelli (creazione 9-9-2019; modifica 5-5-2022)

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