ISSN 2974-508
Atlante della Letteratura del Veneto Medievale - Scheda manoscritto
SegnaturaVat BAV Vat. lat. 3206
Sigla in uso nella disciplinaL (prov.)
DatazionePost 1350 - ante 1370.
Il canzoniere «è stato realizzato intorno alla prima metà del Trecento e in un arco di tempo che non va oltre il secondo terzo del XIV sec.» (Solla 2015: 12).
LocalizzazionePer Folena 1990: 14, il canzoniere è «di mano italiana certo settentrionale del tardo Trecento [...]: ne fu sostenuta l'origine lombarda, ma con gli stessi argomenti potrebbe essere assegnato al Veneto». Asperti 2002: 531 richiama invece la zona lombardo-veneta (l'area comprendente le città di Milano, Mantova e Verona). Utile, per un riferimento ulteriore, il discernimento delle glosse relative a tale Don Johanz: Asperti vi ha riconosciuto Giovanni da Cascia, musicista attivo nella prima metà del XIV in Lombardia e, a Padova e a Verona, presso le corti degli Scaligeri. Quanto alla stratigrafia del canzoniere, Zamuner 2005: 182-183 segnala due livelli linguistici: linguadociano occidentale e orientale, con tre strati italiani (nord-occidentale, toscano, lombardo nord-orientale, a cui va aggiunta un'antica «componente non propriamente veneta».
MateriaMembranaceo.
Numero di fogli148.
Fascicolazione112, 2-310, 412, 5-810, 9-108, 11-1510.
«Il codice si compone attualmente di quindici fascicoli. La fascicolazione non è completamente omogenea, poiché oltre al riscontro di una serie di quinioni regolari, i quali rispettano la 'legge di Gregory' e presentano regolare richiamo fascicolare, si trovano anche alcuni quinioni irregolari con aggiunta o assenza di una o più carte, qualche senione e quaternione non regolare e fascicoli senza richiamo» (Solla 2015: 15-16). Il fascicolo 11 è «all'apparenza regolare senione, in realtà quinione regolare con aggiunta di un bifoglio esterno che incarta il fascicolo» (Solla 2015: 16).
I richiami di fascicolo, copiati sul margine inferiore del verso dell'ultima carta, non sono però regolari. «Alcuni, depennati e sovrascritti, sono di mano del correttore» (Solla 2015: 25).
Dimensioni153 x 94 mm.
Mise en page19 [114] 20 x 19 [54] 20, rr. 30 / ll. 30
numero colonne: 1
margine superiore: 19 mm
altezza specchio di scrittura: 114 mm
margine inferiore: 20 mm
margine interno: 19 mm
larghezza specchio di scrittura: 54 mm
margine esterno: 20 mm
numero righi: 30; numero linee: 30
«Diversamente dalla maggior parte dei canzonieri provenzali, ma conformemente a SSgf, il nostro codice opta per una copia a pleine page. All'interno della pagina il copista distribuisce il testo su una sola colonna» (Solla 2015: 25), entro cui si hanno mediamente 30 righi (eccezionalmente 32). Rigatura a mina di piombo (Lombardi - Careri 1998: 186).
Tecnica di rigaturaA colore.
Copisti1. «L'intero canzoniere è stato redatto da un unico copista» (Solla 2015: 23); importante, però, la presenza di un correttore («[s]i attesta, in tutto il canzoniere, la presenza di due mani di cui la seconda si inserisce a completamento della prima» (Solla 2015: 32).
ScritturaGotica libraria.
Si tratta di una «gotica libraria di modulo assai piccolo in parte semplificata nei tratti costitutivi di ciascuna lettera»; inoltre, «[r]ispetto ad una normale gotica testuale, sia pure italiana, si nota in particolare [...] una spiccata rotondità delle forme, lo scarso contrasto tra tratti pieni e filetti, la mancanza di compressione laterale e sovrapposizione delle lettere così tipica di questa scrittura; le aste, infine, sono piuttosto slanciate e, soprattutto, dotate di vezzi e ritorni di penna di chiara origine cancelleresca» (Signorini 1999: 852).
InizialiFigurate, decorate, filigranate, spazi riservati; 3 moduli di grandezza.
Le iniziali di componimenti lirici sono «ornate con riccioli, fregi fitomorfi e piccoli svolazzi, realizzaate alternando regolarmente il rosso e il turchino» (Solla 2015: 27); quelle di componimenti non lirici sono generalmente più sobrie. «Non essendo un codice riccamente decorato, si osservano solo poche lettere miniate presenti a[i ff.] 1r, 42v e 126r che segnalano rispettivamente l'inizio del Chastel d'amors, del primo salut di Arnaut de Maruelh Cel cui vos esz al cor plus pres e del Tesaur di Peire de Corbian» (Solla 2015: 28). Notevole è la presenza di elementi zoomorfi (uccelli: vedi ff. 34v e 39r). «Infine è da notare che il copista inserisce nel margine inferiore [del f.] 123r la seguente postilla: 'j. flor d(e)color' per suggerire al miniatore che dovrebbe decorare l'iniziale del componimento con un fiore. Si tratta in realtà della canzone Ieu sai la flors plus bella d'autra flor (BdT 281,004) di Rambertino Buvalelli in cui la donna è paragonata al più bel fiore. Il suggerimento non è stato recepito dal decoratore che ha riccamente colorato l'iniziale e l'ha presentata con dimensioni maggiori, circa 8 righi di altezza, rispetto alle altre del codice» (Solla 2015: 28).
LegaturaIn marocchino rosso.
Forma dei testiVersi.
Glossedo(n) johanz la sap (f. 102v); do(n) johanz (c. 112r).
Indice dei testi
Fenomeni linguistici
Fonologia
  • Consonanti: (-)s- > (-)sc- davanti a vocale palatale
Commento linguisticoIl passaggio da s- a scè visto come generico settentrionalismo (vedi le forme scemblan scemblars, presenti nel Chastel d'Amors, al f. 2r-v).
TradizioneIl canzoniere, «almeno per alcune parti», risulta vicino a N (vedi Folena 1990: 14).
StoriaIl codice fu «posseduto dal Bembo e con gli altri canzonieri bembini acquistato poi dall'Orsini» (Folena 1990: 14).
Link esterni
BibliografiaStudi: Asperti 2002, Asperti 2006, Signorini 1999, Solla 2015, Zamuner 2005.
Responsabile schedaLuca Gatti (creazione 26-2-2020; modifica 5-5-2022)