Segnatura | Treviso AC Scatola 20 |
Sigla in uso nella disciplina | t oppure j |
Datazione | Post 1314 - ante 1325. Il notaio Fantono di Pietro, autore della trascrizione della lassa alessandrina, ebbe nelle sue mani il registro dopo il 1314, dopo cioè il primo utilizzo fattone dall'ufficiale del Comune trevigiano Paolo Marocco: la sottoscrizione di f. 48r. rimanda con ogni probabilità al 1325. |
Localizzazione | Treviso. |
Materia | Cartaceo. |
Numero di fogli | 90. Il registro contiene 90 ff., di cui solo i primi 70 sono vergati. |
Dimensioni | 39 x 30 mm. Misure relative a f. 34v, contenente la lassa alessandrina. |
Copisti | 2. La mano che trascrive la lassa alessandrina è del notaio trevigiano Fantono di Pietro. |
Scrittura | Corsiva. La traccia alessandrina, opera di un «professionista della penna», è scritta in «corsiva notarile di bel livello, con qualche inflessione cancelleresca (cf. la lunghezza delle aste)» (Peron 1998: 89 che riporta le osservazioni di Stefano Zamponi). |
Sottoscrizioni | Il registro cartaceo ha per titolo Quaternus Pauli Marochi in quo scripte sunt possessiones Comunis Tarvisii de Molieparto, de Lorgla et de Poglana eidem Paulo affictate per procuratores Comunis Tarvisii usque ad decem annos (...) in millesimo trecentesimo quartodecimo indicione XII. La traccia alessandrina è tuttavia trascritta dal notaio Fantono di Pietro della contrada di S. Vito, cui si devono due sottoscrizioni ai ff. 18r e 48r. |
Mise en texte | Un verso per rigo con interlinea variabile ma omogeneo; presenza non sistematica di barre verticali a indicare la fine del primo emistichio e/o del verso. |
Lingua dei testi | Antico francese. |
Forma dei testi | Versi. |
Descrizione | La lassa trevigiana copiata a f. 34v del registro di Paolo Marocco appartengono alla II branche del Roman d'Alexandre (il Fuerre de Gadres, che ebbe una notevole fortuna individuale, non solo in Italia): i 19 versi trascritti narrano l'episodio in cui Emenidus d'Arcade, penetrato con un manipolo di armati nella ricca valle di Josafaille durante l'assedio di Tiro ed ora accerchiato dai nemici, chiede a Licanor de Mormonde di raggiungere il re macedone per chiedere aiuto, ma ne riceve un rifiuto, motivato dal desiderio di combattere e non abbandonare il campo di battaglia. |
Fenomeni linguistici | Fonologia
Morfologia
Grafia
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Commento linguistico | Nonostante la brevità della traccia la patina linguistica del notaio-copista trevigiano appare con forza dietro al testo letterario francese. |
Tradizione | La traccia corrisponde alla lassa 98 (=vv. 1230-1249) della redazione B di Venezia e alla lassa 9 (=vv. 138-158) della II branche della versione di Alexandre de Paris, ma presenta varianti proprie: una lacuna di due versi (vv. 146-147), l'inversione dei vv. 142-143 e altre microdeviazioni, specialmente nella seconda parte della lassa (dove aumentano, tra l'altro, anche le incertezze prosodiche). |
Storia | La lassa venne segnalata nel 1923 da Angelo Marchesan e da lui messa in relazione, per i nomi che vi compaiono, con l'Entrée d'Espagne pur riconoscendo che non faceva parte di quel poema. Identificarono con esattezza l'origine della traccia, separatamente e in momenti diversi, Santorre Debenedetti (in una scrittura privata a Marchesan) e Luciano Gargan (Marchesan - Gargan 1971: 14) che riconobbero nei 19 versi in questione una lassa del Roman d'Alexandre (cfr. Peron 1991: 527; Peron 1998: 89 e Giannini 2002-2003: 395 n. 443). |
Copista/notaio | Fantono di Pietro |
Link esterni | |
Bibliografia | Edizioni: Peron 1991: 526-529, Peron 1998. Studi: Cheloni - Contò 1973, Gargan 1979, Giannini 2002-2003: 395-401, Marchesan - Gargan 1971. |
Responsabile scheda | Luca Gatti (creazione 5-2-2020; modifica 5-5-2022). Rachele Fassanelli. |